Lutto

LUTTO

Quando affrontiamo un lutto, normalmente siamo capaci di entrare in uno stato di accettazione
entro circa 18 mesi. Tendenzialmente l’essere umano ha la capacità di accettare e superare la morte
di una persona cara. Il lutto però può diventare patologico quando è presente una difficoltà ad
accettare la sua ineluttabilità.
 
Cosa può essere definito “lutto”?
Il lutto è un’esperienza complessa che mette in moto una serie di reazioni emozionali,
comportamentali e cognitive e che comporta il manifestarsi di fasi tipiche, caratterizzate da uno
specifico pattern di emozioni, reazioni somatiche, atteggiamenti cognitivi e comportamentali.
 
In quanti e quali fasi si suddivide?
  1. Fase di stordimento/incredulità: in cui si riconosce l’impossibilità a rendersi conto della
    perdita subita, fino, in alcuni casi, alla totale negazione dell’evento luttuoso. Dopo una
    tragica esperienza di perdita talvolta restiamo anestetizzati in modo da non dover affrontare
    immediatamente la dura realtà; questo stato di choc può durare alcune ore o giorni, appare
    come una temporanea fuga dalla realtà. Esso viene poi interrotto da momenti di
    consapevolezza dell’evento reale in cui si manifestano emozioni intense come la
    disperazione, la rabbia, il panico preannunciando la sofferenza intensa che seguirà.
  2. Fase di ricerca e struggimento per l’oggetto perduto: è la fase del cordoglio acuto, di intenso
    dolore, angoscia, ansia, disperazione rabbia per la crescente consapevolezza della realtà
    della perdita subita. Si sviluppano modalità comportamentali tipiche come irrequietezza
    motoria, insonnia, difficoltà di concentrazione ma con focalizzazione su tutto ciò che ricorda
    la persona perduta, ripercorrere mentalmente gli eventi che hanno portato la perdita. È una
    fase in cui i comportamenti e l’attività cognitiva sono organizzate in una continua ricerca
    della persona perduta come tentativo di sentirla vicina, ma subito dopo si sprofonda in una
    dolorosa delusione e disperazione per la consapevolezza della realtà.
  3. Fase di disorganizzazione e disperazione: le continue delusioni nel cercare la persona cara
    portano ad una più consapevole impossibilità di recuperarla e quindi la disperazione, l’apatia
    e l’umore depresso sono caratteristiche in questa fase. Il vuoto lasciato non si colma più e
    l’assenza diviene consapevolmente irreversibile. La speranza di ritrovare la persona perduta
    via via si affievolisce lasciando spazio ad un’attenzione sul resto del mondo.
  4. Fase di riorganizzazione (più o meno riuscita): dopo la completa realizzazione della realtà si
    instaura una graduale e presa di coscienza del mutamento che è avvenuto nella propria vita
    con una conseguente ed obbligata riorganizzazione del proprio mondo interno.
    Quali sono gli interventi più efficaci che aiutano la nostra sfera emotiva?
    In supporto poi agli interventi CBT si potranno utilizzare altre tecniche quali l’EMDR, la Terapia
    Sensomotoria e l’intervento di gruppo che presenta più vantaggi rispetto all’intervento individuale.

Articoli Recenti

Aree di intervento

Domande Frequenti

Qui la risposta della prima domanda.

Qui la risposta alla seconda domanda

Richiesta Informazioni