Depressione evolutiva

DEPRESSIONE EVOLUTIVA

La depressione fa riferimento ad un insieme di caratteristiche e sintomi comportamentali,
cognitive e neurofisiologiche ben precise che causano cambiamenti nel tono dell’umore, nel
comportamento e nel pensiero. Per la depressione in età evolutiva il quadro di riferimento
riguarda un numero molto variabile di casi in quanto sono spesso gli stessi bambini e adolescenti a
sperimentare periodi di oscillazioni umorali a causa di una molteplicità di fattori.
Le caratteristiche più comuni del disturbo depressivo in età evolutiva riguardano differenti
costrutti, tra i quali quelli del senso di autoefficacia, autostima, impotenza appresa e stile
attributivo (locus of control). Nei bambini e ragazzi con un disturbo depressivo, infatti, lo stile
attributivo interno tende a far attribuire ad ogni fallimento una caratteristica o variabile interna
senza considerare fattori o eventi scatenanti esterni. Inoltre, la presenza di uno stile attributivo
negativo li porta a sovrastimare la frequenza di eventi negativi e a sottostimare quella di eventi
positivi.
Le manifestazioni principalmente riconosciute come depressive nell’età evolutiva sono distinte in
base alla fascia d’età. Difatti, in età prescolare sono maggiormente diffusi sintomi psicosomatici
come alterazioni del ritmo sonno-veglia, disturbi dell’alimentazione e ritardi nello sviluppo
psicomotorio. Invece in età scolare il quadro sintomatologico presenta delle variazioni
coinvolgendo le aree di interesse del bambino. Pertanto, si riscontra una possibile tendenza
all’isolamento sociale, maggiore senso di frustrazione, scarsa iniziativa relazionale, scoppi di rabbia
e aggressività, maggiore presenza di sentimenti di inadeguatezza, paure e fobie. Nel contesto
scolastico, inoltre, si può registrare un peggioramento dell’andamento scolastico dovuto anche a
difficoltà attentive, insicurezze e scarsa motivazione. In alcuni casi si può trattare di flessioni
umorali transitorie e punti di svolta nella crescita o eventi significativi della vita familiare o extra
familiare come la nascita di un fratello, la malattia o un lutto di una persona significativa,
l‘inserimento o il passaggio di grado o scuola.
 
Riguardo al trattamento del disturbo depressivo in età evolutiva, i dati scientifici dimostrano
l’efficacia dell’intervento cognitivo comportamentale, non solo per la riduzione dei sintomi ma
anche per la prevenzione delle ricadute e il miglioramento dell’adattamento sociale, familiare e
funzionale del bambino. In casi in cui si riscontra una compromissione più acuta del
funzionamento, con la presenza di ulteriori disturbi, è necessario supportare il percorso
psicoterapeutico con una terapia farmacologica antidepressiva.
In generale i bambini tendono ad avere la depressione assieme ad altri disturbi e, in generale, più
sintomi sono presenti, più la depressione è grave.
Per i casi “sotto soglia” è importante comprendere che il bambino, pur non soddisfacendo tutti i
criteri per porre diagnosi, è vulnerabile a sviluppare in futuro una depressione in piena regola.
Come nell’adulto, anche nel bambino le cause sono diverse e di tipo biologico, psicologico e
sociale. Nella maggioranza degli adolescenti si riscontrano difficoltà di lunga data di natura sociale
e familiare e un generale malfunzionamento familiare.
In alcuni casi vi è uno specifico fattore precipitante, un evento o una circostanza che è possibile
individuare all’esordio del disturbo. In altri casi vi è un lento deterioramento delle competenze
sociali e di coping (il fronteggiamento delle situazioni della vita) senza eventi scatenanti.
La depressione infantile può persistere fino all’età adulta.

Articoli Recenti

Aree di intervento

Domande Frequenti

Qui la risposta della prima domanda.

Qui la risposta alla seconda domanda

Richiesta Informazioni