Deficit intellettiva

DISABILITA' INTELLETTIVA

Disabilità intellettiva
Quando si parla di disabilità intellettiva o disturbo dello sviluppo intellettivo, ci si riferisce a una condizione di funzionamento generale sotto la media, caratterizzata da significative limitazioni nel funzionamento intellettivo e adattivo. Dal punto di vista intellettivo, si riscontrano difficoltà nell’imparare e immagazzinare nuove informazioni, nel ragionare e progettare, nel dare giudizi o opinioni etc.. Dal punto di vista adattivo, il bambino manifesta difficoltà nelle normali attività di vita, come comunicare, prendersi cura di sé, socializzare etc.. Tali limitazioni si manifestano in età evolutiva, dunque prima del compimento dei 18 anni.

La diagnosi viene effettuata tendendo conto, non solo del funzionamento adattivo del bambino, ma anche dei risultati emersi da test psicometrici specifici. In particolar modo un funzionamento intellettivo sotto soglia fa riferimento a un punteggio di quoziente intellettivo (QI) pari o inferiore a 70. È possibile identificare diversi specificatori in base al livello di gravità: lieve, moderata, grave e estrema. Quanto più è grave il livello, tanto più è inficiato il funzionamento del paziente, sia in termini intellettivi che adattivi.

Si stima una prevalenza che va dall’1 al 3% della popolazione, con una maggiore prevalenza dei maschi.
Il trattamento della disabilità intellettiva necessita di una presa in carico del paziente su più aspetti:

  • trattamento medico: vista la comorbilità di problematiche medico-organiche e neurologiche
  • riabilitazione cognitiva: volta a favorire il rafforzamento e l’apprendimento di nuove e funzionali abilità, come ad esempio capacità attentive, del linguaggio, abilità visuo-spaziali e di percezione del significato del tempo e dello spazio, apprendimento della lettura, scrittura e calcolo etc..
  • skills training: finalizzati ad insegnare abilità che favoriscono autonomia e competenze socio-relazionali.
  • terapia cognitivo-comportamentale: di provata efficacia nel trattamento delle difficoltà comportamentali (impulsività, stereotipie, autolesionismo, comportamenti oppositori, ecc.) ed emotive (ansia, depressione, ossessioni etc..)
  • logopedia e psicomotricità: utilizzata soprattutto nei primi anni di vita e finalizzata al fronteggiamento di problemi di linguaggio, apprendimento e movimento
  • trattamento occupazionale: rivolto a bambini a partire dagli 8-10 anni, che mirano al potenziamento di abilità legate alla vita quotidiana, di competenze sociali e pratiche per una migliore autonomia

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