I RITUALI
Pubblicato il 15 Ottobre 2022

Affrontare l’incertezza è
fonte di ansia e timore. La nostra mente sente il bisogno di stabilità e
prevedibilità. Sapere di avere dei “binari” che indicano il percorso fornisce
sicurezza e percezione di controllo. Spesso i rituali, che anche inconsapevolmente
ci ritroviamo ad agire, hanno questa funzione.
Da sempre i rituali hanno
avuto questa funzione. La letteratura è piena di esempi in merito. Jane Austen scriveva solo nel salotto di casa,
dopo aver suonato al pianoforte;
Marcel Proust invece dormiva
per tutto il giorno e lavorava di notte, sempre sdraiato a letto e sostenuto da
due cuscini. Anche Gustave Flaubert amava evitare i rumori e le
distrazioni del giorno, lavorando alle sue opere solo di notte. Charles Dickens era solito
portare con sé una bussola, perché dormiva con la testa rivolta al nord
credendo che questa posizione migliorasse la creatività.
Le persone hanno bisogno
di un senso di certezza nella loro vita. Gli studi dimostrano che più ci sentiamo incerti e più è probabile che
tendiamo a vedere aspetti della realtà in modo distorto: rischiamo di essere
superstiziosi, di illuderci, di essere sospettosi (Whitson, et al. 2008). Rituali
e comportamenti ripetitivi come ad esempio preghiere e salmi, riducono ansia e
stress (Anastasi, MW et al. 2008; Sosis, R. et
al., 2011). A dimostrarlo è un altro studio condotto da Brooks e colleghi, i
quali hanno rilevato livelli d’ansia da prestazione significativamente
inferiori in soggetti che hanno eseguito rituali prima delle azioni espositive
(esame, canto etc…) rispetto al gruppo di controllo. Brooks definisce i rituali
"una sequenza predefinita di azioni simboliche spesso caratterizzate da
formalità e ripetizioni che mancano di uno scopo strumentale diretto"
(Brooks, AW 2016). Vista in quest’ottica anche il “rituale di addormentamento”
che ciascuno di noi compie può essere preso in esame; bere una tisana, spegnere
la tv, abbassare le luci, leggere un libro etc… sono comportamenti ripetitivi,
sequenziali e rilassanti che ci permettono di lasciare andare lo stress e le
dinamiche del giorno per prepararci al riposo della notte.
Quindi perché li
seguiamo incuranti di ogni logica? Perché ci danno stabilità e prevedibilità,
ma anche affinità e senso di appartenenza a un gruppo sociale.
Ovviamente quando
parliamo di rituali dobbiamo essere cauti e distinguere le ritualità che ci
fanno funzionare in modo equilibrato, con meno ansia e stress, da quelle tipiche
di psicopatologie quali il DOC. In quest’ultimo caso, infatti, il
soggetto sente i comportamenti rituali come obbligatori,
sente di non poter fare a meno di metterli in atto. In questo caso rituali interferiscono
con le attività della vita quotidiana e forniscono un sollievo solo di breve
durata all’ansia (Boyer, P. et al. 2008).
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Riferimenti
- Anastasi, M. W., & Newberg, A. B. (2008). A preliminary study of the
acute effects of religious ritual on anxiety. The Journal of
Alternative and Complementary Medicine, 14(2), 163-165.
- Boyer, P., & Liénard, P. (2008). Ritual behavior in obsessive and normal individuals: Moderating anxiety and reorganizing the flow of action. Current Directions in Psychological Science, 17(4), 291-294.
- Brooks, A. W., Schroeder, J., Risen, J. L., Gino, F., Galinsky, A. D., Norton, M. I., & Schweitzer, M. E. (2016). Don’t stop believing: Rituals improve performance by decreasing anxiety. Organizational Behavior and Human Decision Processes, 137, 71-85.
- Currey Mason (2016). Rituali quotidiani. Vallardi editore.
- Maoret, M., Marchesini, G., & Ertug, G. (2022). On the Status Shocks of Tournament Rituals: How Ritual Enactment Affects Productivity, Input Provision, and Performance. Academy of Management Journal, (ja).
- Sosis, R., & Bulbulia, J. (2011). The behavioral ecology of religion: The benefits and costs of one evolutionary approach. Religion, 41(3), 341-362.
- Whitson, J. A., & Galinsky, A. D. (2008). Lacking control increases illusory pattern perception. science, 322(5898), 115-117.
Autore

Dott.ssa Maria Martone
Laureata in psicologia clinica ed iscritta all’ordine degli Psicologi della Regione Campania n.iscr. 3546. Ho conseguito la specializzazione di Psicoterapia Cognitivo-comportamentale presso l’Istituto A.T. Beck prima e quella come terapeuta EMDR di I livello poi....
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