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DCA e Obesità

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Depressione
Cos’è l’anoressia nervosa?L’anoressia nervosa, considerata fino a 30 anni fa, una malattia rara, oggi sembra colpire lo 0,28%delle adolescenti e delle giovani donne adulte dei paesi occidentali. In Italia i dati a nostradisposizione evidenziano che ha una distribuzione uniforme: Italia del nord 0,36%, Italia centrale0,4-0,36%, Italia del sud 0,2%. Il 90-95% delle persone colpite appartiene al sesso femminile e imaschi costituiscono tuttora una minoranza.In che fascia d’età solitamente se ne soffre?L’età d’esordio del disturbo è compresa nella maggior parte dei casi tra i 12 e i 25 anni, con undoppio picco di maggiore frequenza a 14 e 18 anni; negli ultimi tempi sono stati diagnosticati casi aincidenza più tardiva, dopo i 20-30 anni, e alcuni a insorgenza più precoce, prima dei 12 anni. È unapatologia che colpisce soprattutto la popolazione occidentale, mentre è rara nei Paesi in via disviluppo, dove non esiste una forte pressione sociale verso la magrezza (dati AIDAP).Quali sono i campanelli d’allarme?La perdita di peso è perseguita attivamente seguendo una dieta ferrea e molto ipocalorica. Alcunepersone per perdere peso eseguono un’attività fisica eccessiva e compulsiva. Altre per dimagrire siinducono il vomito o usano altre forme non salutari di controllo del peso, come ad esempio l’usoimproprio di lassativi o di diuretici. Le persone affette da anoressia nervosa attribuiscono unaeccessiva valutazione al peso e alla forma del corpo, in particolare considerano troppo grosse alcuneparti del proprio corpo (seno, pancia, sedere, gambe). Inoltre basano la valutazione di séprincipalmente sul loro peso: un aumento favorisce sensazioni di frustrazione e autosvalutazione; uncalo di peso, al contrario, facilita il senso di autocontrollo, di fiducia personale e di autostima. Nellepersone più giovani con anoressia nervosa è spesso presente un rifiuto ad ammettere la gravità dellapropria condizione di sottopeso.Quante tipologie di anoressia esistono?Il DSM 5 indica 2 Sottotipi di Anoressia:
● Con Restrizioni: se l’individuo non presenta regolarmente abbuffate o condotte dieliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici oenteroclismi).● Con Abbuffate/Condotte di Eliminazione: l’individuo presenta regolarmente abbuffate ocondotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diureticio enteroclismi). Inoltre in questo caso ci sono maggior frequenza problemi di controllo degliimpulsi, abuso di sostanze, labilità emotiva ed una maggiore attività sessuale.
Bulimia NervosaCos’è la bulimia nervosa?La bulimia nervosa è un disturbo che colpisce circa l’1% dellegiovani donne. In Italia gli studi di prevalenza hanno fornito risultati simili a quelli ottenuti neglialtri Paesi occidentali. La maggior parte delle ricerche effettuate suggerisce che la bulimia nervosasia più frequente oggi che in passato.Quando compare?Come per l’anoressia nervosa, l’età d’esordio del disturbo è compresa tra i 12 e i 25 anni, però nellabulimia nervosa il picco di maggior frequenza è a 17-18 anni. Le persone colpite sono generalmentedi peso normale, alcune lievemente sottopeso, altre leggermente sovrappeso, pochissime in grandesovrappeso (Fonte: AIDAP).Qual è la differenza tra anoressia e bulimia?La differenza principale che separa l’anoressica da chi soffre di bulimia è che mentre la prima ècapace di una rigida autodisciplina o è riuscita a ricondizionare l’istinto di nutrizione al punto dinon provare più fame, la seconda è dominata agli impulsi, è irresponsabile, indisciplinata ed ama ipiaceri della tavola. I soggetti bulimici di solito soffrono essendo consapevoli che il loro modo dimangiare, incontrollabile, è patologico. Essi ingurgitano cibi che hanno una consistenza tale daessere rapidamente mangiati, li masticano poco e inghiottono in un batter d’occhio e vanno subitoalla ricerca di altro cibo.Disturbo da RuminazioneCos’è il Disturbo di Ruminazione?La sindrome di ruminazione è un disturbo alimentare caratterizzato da una risalita del cibo nondigerito dallo stomaco fino alla bocca (in forma di rigurgito); una volta che questo sia tornato inbocca, il paziente potrebbe procedere ad una nuova masticazione e poi deglutirlo, oppure sputarlo.Non vi sono sintomi quali conati di vomito, nausea, bruciori di stomaco, odore, o dolori addominaliassociati al rigurgito, come invece tipicamente accade nei casi di vomito. Nel passato il disturbosembrava riguardare soltanto neonati, bambini e persone con disabilità cognitive (la frequenza deldisturbo raggiunge picchi del 10% nei pazienti ricoverati con diversi tipi di disabilità mentali).Attualmente tuttavia il disturbo viene diagnosticato in un numero crescente di altrimenti sani adultie adolescenti.Disturbo da binge-eatingCos’è?Le caratteristiche cliniche di questo disturbo sono simili a quelle della bulimia nervosa: sonopresenti le abbuffate con la differenza che non è possibile individuarne la conclusione poiché, adiversamente a quanto accade nella bulimia, non sono seguite dall’uso sistematico dicomportamenti di compenso, come per esempio il vomito autoindotto, che indicano l’interruzionedell’episodio bulimico. La tendenza generale a mangiare in eccesso spiega la forte associazione deldisturbo con l’obesità.Le persone che soffrono di questo disturbo vivono con molta preoccupazione sia la sensazione diperdita di controllo sia le conseguenze che le abbuffate possono avere sul peso corporeo e sullasalute.Qual è la differenza anagrafica con la bulimia nervosa?La prevalenza del disturbo da binge-eating nella popolazione con più di 18 anni di età è dell’1,6%tra le femmine e dello 0,8% tra i maschi. Rispetto alla bulimia nervosa è presente una maggioreprevalenza nel sesso maschile (circa il 25%) e in alcune minoranze etniche, come per esempio i neriamericani (dati AIDAP).Come può la terapia cognitivo comportamentale aiutare persone con disturbi del comportamentoalimentare?TRATTAMENTO DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARELA TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE (CBT)Il termine cognitivo comportamentale (CBT) si riferisce a una classe di trattamenti psicologici chesi basano su due premesse interconnesse:
(1) i processi cognitivi giocano un ruolo importante nel mantenimento del problema;(2) il trattamento, tra le altre cose, deve affrontare questi processi cognitivi.
La CBT si è dimostrata maggiormente efficace per la cura della depressione clinica, dei disturbid’ansia e dei disturbi dell’alimentazione.La CBT per la bulimia nervosa, attualmente, è considerata la terapia di prima scelta per la cura diquesto disturbo ed è stata sviluppata nei primi anni ottanta dal prof. Christopher Fairburndell’Università di Oxford.Nei primi anni 2000 il trattamento è stato modificato dal centro CREDO (Centre for Research onDissemination at Oxford) ed è stato denominato CBT-E (Enhanced Cognitive Behaviour Therapyovvero terapia cognitivo comportamentale migliorata).Cos’è la CBT-E?La CBT-E, è una forma “specifica” di CBT basata sulla teoria cognitivo comportamentaletransdiagnostica dei disturbi dell’alimentazione. Cognitivo comportamentale significa che la teoriaanalizza principalmente i processi cognitivi e i comportamenti implicati nel mantenimento deidisturbi dell’alimentazione. Transdiagnostica significa che la teoria (e la terapia derivata da essa) èapplicabile con minime modifiche a tutte le categorie diagnostiche dei disturbi dell’alimentazione.La CBT-E è quindi un trattamento psicologico altamente individualizzato concepito per curare tutti idisturbi dell’alimentazione negli adulti e negli adolescenti.ObesitàQuando si tratta di obesità?L’obesità è una condizione patologica caratterizzata da un aumento del peso corporeo dovuto ad unaccumulo eccessivo di grasso. Essa predispone ad una serie di malattie che possono portare anche aldecesso. Le condizioni patologiche più direttamente correlate con un peso corporeo eccessivo sonorappresentate da cardiopatie ischemiche, diabete e ipertensione arteriosa. Le persone obese hannoun tasso di colesterolo più elevato di quelle normopeso e un loro dimagrimento viene accompagnatoda una riduzione della colesterolemia.Il Ministero della Salute definisce l’Obesità e il sovrappeso come condizioni associate ad elevatamortalità. Esse rappresentano un importante fattore di rischio per le principali malattie croniche:malattie cardiovascolari (in particolare infarto e ictus), ipertensione, diabete mellito di tipo 2,sindrome metabolica, alcune forme di tumori (in particolare il tumore dell’endometrio, del colonretto, renale, della colecisti, della prostata e della mammella). L’obesità aumenta anche il rischio dimalattie della colecisti (calcoli) e delle malattie muscolo-scheletriche (in particolare artrosidegenerativa).Da cosa è causato?I progressi nell’ambito della ricerca scientifica hanno permesso di comprendere che l’obesità è undisturbo determinato dall’interazione multipla e complessa di fattori genetici, comportamentali eambientali che agiscono attraverso la mediazione fisiologica dell’introito calorico e del dispendioenergetico. Accanto a questi vi sono i problemi di natura psicologica conseguenti alladiscriminazione sociale che possono determinare lo sviluppo di depressione, disturbi d’ansia, bassaautostima, immagine corporea negativa e pensieri suicidarie all’immagine.Come la terapia cognitivo comportamentale tratta l'obesità?La terapia cognitivo comportamentale (CBT) dell’obesità è diversa dai tradizionali trattamentidietologici prescrittivi che spingono il paziente a seguire in modo rigoroso le sue indicazioniapplicando la sola forza di volontà. Questo semplice approccio può essere efficace nel brevetermine, ma spesso fallisce nel lungo termine, perché l’individuo, non avendo acquisito abilità percontrollare il peso corporeo, riprende i suoi comportamenti abituali e recupera il peso perduto.Nei programmi di modificazione dello stile di vita basati sulla terapia cognitivo comportamentale,invece, gli obiettivi sono aiutare il paziente a diventare un esperto e a sviluppare specifiche abilitàcognitive e comportamentale per riuscire a gestire il suo peso a lungo termine.Quanto è efficace la CBT-OB?L’efficacia dei programmi di modificazione dello stile di vita basati sulla terapia cognitivocomportamentale nel trattamento dell’obesità è stata ampiamente valutata dalla ricerca. I risultatiche i trattamenti riescono a ottenere a breve medio termine sono soddisfacenti: in media l’80% circadegli individui ottiene una perdita di peso del 10% in circa sei mesi: una quantità di perdita di pesoche soddisfa il criterio di successo (cioè, una riduzione del 5-10% in peso iniziale) propostodall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Disregolazione emotiva
Disturbi del sonno